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I tipi fisionomici
La vegetazione forestale può essere classificata in base alla specie arborea che risulta prevalente all'interno del bosco e le classi così determinate vengono denominate tipologie fisionomiche. Nel caso in cui le informazioni legate alle specie arboree presenti vengano correlate con informazioni sulla tipologia di suolo, sulle caratteristiche climatiche della zona e sulle modalità di gestione selvicolturale, si può dettagliare ulteriormente la classificazione forestale andando a individuare quelle che sono generalmente definite come tipologie forestali, le quali possono essere ulteriormente suddivise in sottotipi e varianti.
Un'analisi dei tipi forestali integrata con analisi floristiche di tutti gli strati della vegetazione può portare alla determinazione di unità fitosociologiche, riferibili principalmente alle associazioni, in grado di fornire indicazioni anche sulle tendenze evolutive e sui legami tra le diverse tipologie di vegetazione presenti su un territorio.
In relazione alla tipologia fisionomica, sulla base dei dati della carta forestale regionale prevalgono i boschi a prevalenza di cerro, che interessano circa il 40% delle superfici forestali della regione, seguiti dai boschi di carpino nero e orniello (orno-ostrieti) che rappresentano circa il 26% del territorio forestale dell'Umbria.
In termini di volume, secondo l'Inventario Forestale Regionale i boschi con maggiore quantità di biomassa risultano quelli a prevalenza di faggio (dove la massa legnosa epigea presente risulta mediamente pari a 163 mc/ha), seguiti dai castagneti (154 mc/ha). I più bassi valori di "dendromassa" sono registrati nei boschi misti meso-xerofili (boschi a prevalenza di roverella, carpino nero o orniello) con valori medi di massa legnosa epigea pari a 64 mc/ha. I boschi di leccio registrano valori medi pari a 70 mc/ha, mentre le cerrete hanno una media pari a circa 75 mc/ha.